Osvaldo Licini

L’ altra realtà. Le nature morte di Osvaldo Licini

L’ALTRA REALTÀ: LE NATURE MORTE DI OSVALDO LICINI” a cura di Daniela Simoni
con la collaborazione di Stefano Bracalente, Nunzio Giustozzi, Mattia PattiMonte Vidon Corrado, Casa Museo Osvaldo Licini 
20 luglio-3 novembre 2019In continuità con l’attività di studio e di approfondimento della conoscenza della figura e dell’opera di Osvaldo Licini, il Comune di Monte Vidon Corrado e il Centro Studi Osvaldo Licini, con il supporto della Regione Marche e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, organizzano una mostra sulle nature morte di Osvaldo Licini, la prima focalizzata su questo tema.


Il genere della natura morta, svuotato della valenza simbolica attribuitogli dalla tradizione, ha avuto una grande fortuna nel corso del XX secolo, anche Osvaldo Licini nella fase figurativa degli anni Venti si è dedicato molto alla natura morta: il catalogo redatto da Marchiori nel 1968 ne comprende 23. 
Questa sarà la prima esposizione tematica sulla natura morta nel corpus liciniano: saranno esposti alcuni dipinti significativi riguardo al percorso artistico di Licini; un caso particolare è costituito da “Natura morta (fiori)” del 1926, uno delle otto opere di cui l’artista aveva mandato le fotografie a Scheiwiller nel 1929 a corredo del questionario per la redazione del libro “Art Italien Moderne”. Il dipinto, ritenuto dunque dallo stesso Licini tra quelli più importanti della sua produzione degli anni ’20, era considerato perduto, quindi è assolutamente rilevante il ritrovamento e l’esposizione in mostra. 


La rassegna costituirà un’eccezionale occasione di vedere alcuni dipinti poco esposti. Sarà possibile ricostruire le diverse cifre stilistiche – vicine a Cézanne, Van Gogh, De Pisis, al Novecento italiano – sperimentate da Licini nella fase figurativa. Il titolo della mostra fa riferimento a “l’altra realtà” in quanto l’interpretazione che l’artista dà al tema della natura morta è tutt’altro che oggettiva e naturalistica: non una resa meramente visiva ma fortemente interiorizzata, un percorso verso l’astrazione. 
Le opere – tranne due, una del Museo del Novecento di Firenze e l’altra del Comune di Moncalvo – sono di collezione privata. 
La mostra sarà curata da Daniela Simoni, che dal 2007 dirige il Centro Studi Osvaldo Licini, con la collaborazione del comitato scientifico composto da Stefano Bracalente e Nunzio Giustozzi del Centro Studi Licini e da Mattia Patti dell’Università di Pisa.